Canta che ti passa
Non si canta perché si è felici; si è felici perché si canta.
(William James)
Ti è mai capitato di sentirti sotto pressione e di provare una voglia irresistibile di cantare a squarciagola, di ascoltare musica ad alto volume?
C’è una spiegazione a tutto ciò e risiede soprattutto nel fatto che il canto e la musica sono dei potenti antistress! Riescono a modulare il nostro umore e a ristabilire un equilibrio dentro di noi.
Mentre cantiamo, infatti, il nostro cervello rilascia serotonina, l’ormone detto “del buonumore”, e nello stesso tempo diminuiscono i livelli di cortisolo, noto come “ormone dello stress”.
Il canto, poi, riesce a ridurre le tensioni muscolari, regola la respirazione permettendo di aumentare l’ossigenazione del sangue e migliora la funzionalità cardiaca.
Basterebbe solo questo a convincerci che cantare è uno dei modi migliori per rilassarci e per ritrovare il buonumore.
E invece i benefici del canto non si fermano qui. Sono state condotte numerose ricerche scientifiche che hanno portato a risultati tali da non poter non considerare il canto quale terapia da seguire per un alto numero di disturbi di gravità più o meno importante.
Secondo una ricerca condotta dalla Brunel University London insieme alla University of Bringhton (Regno Unito), il canto di gruppo e l’ascolto della musica riducono l’ansia negli adolescenti, migliorano l’umore e la qualità della vita, favoriscono il benessere mentale, l’autocoscienza e un approccio migliore nell’affrontare le malattie.
Musica e canto sono efficaci anche nel ridurre il rischio di depressione negli anziani, migliorandone l’umore. Il canto di gruppo, in modo particolare, riduce i sintomi di ansia e depressione.
Un altro interessante studio ha esaminato l’importanza del canto dell’inno nazionale eseguito con passione, prima delle gare sportive UEFA EURO 2016. Le prestazioni, nelle 51 partite dei tornei, sono state migliori nelle squadre che hanno mostrato un maggiore trasporto cantando l’inno nazionale. La passione, espressa cantando, ha indotto una maggiore motivazione e una più alta collaborazione. Entrambe, hanno portato al raggiungimento di risultati migliori rispetto a chi non ha cantato o lo ha fatto senza passione.
Molte ricerche si sono poi concentrate sullo studio degli effetti del canto sul rapporto genitori/bambini down e genitori/bambini autistici, evidenziandone gli aspetti positivi. Per i bambini autistici, i quali presentano spesso problemi di concentrazione manifestati anche nella difficoltà di rivolgere e mantenere lo sguardo su quello della persona che gli sta parlando, si è visto come il canto, della madre o di qualsiasi altra persona che vuole comunicare con lui, riesca a suscitare attenzione in maniera più elevata anziché utilizzando semplicemente la voce per parlare.
Questo risultato si pone come possibilità di prospettive terapeutiche che promuovono un coinvolgimento più naturale e spontaneo dei bambini autistici nelle interazioni sociali.
Spostandoci dalla sfera psicologica, è importante sottolineare come il canto sia in grado di intervenire anche su altri organi del nostro corpo. Più che in ogni altro, cantare ha effetti positivi sul trattamento delle malattie polmonari, soprattutto per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Ma non solo: è in grado di ridurre la pressione sanguigna, aumentare le difese immunitarie, migliorare le apnee notturne e, stando ad uno studio condotto in collaborazione tra Yale e Harvard, allungare la vita.
Assodata l’unità mente-corpo, non ci stupisce che gli effetti positivi del canto a livello psicologico si manifestino poi in una migliore salute del corpo.
Del resto, l’antica locuzione Mens sana in corpore sano, presupponeva già questo collegamento tra salute mentale e benessere corporeo.
“Canta che ti passa”, recita un vecchio adagio. Stando a quanto detto, non ci resta che seguirne il consiglio!
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