Disturbo dell’espressione del linguaggio e della fonazione

Con il termine disturbo specifico del linguaggio  ci si riferisce a una condizione clinica, caratterizzata da una significativa limitazione nello sviluppo delle abilità linguistiche, in assenza di fattori spesso associati a difficoltà di apprendimento del linguaggio, quali problemi uditivi, difficoltà nelle abilità non verbali, anomalie neurologiche o psicologiche.
Il linguaggio di questi bambini è spesso difficile da comprendere, a causa della pronuncia non intelligibile di alcune parole, ossia non comprensibili nemmeno dal genitore.
Questi bambini costituiscono un gruppo molto eterogeneo nel quale produzione e comprensione possono essere differentemente implicati, come diverso può essere il livello di deficit nelle aree del linguaggio (fonetica, fonologia, morfosintassi, lessico, semantica e pragmatica).
Vengono, invece, definiti disturbi secondari del linguaggio l’insieme eterogeneo di condizioni cliniche in cui il disturbo del linguaggio rappresenta un “sintomo” di quadri sindromici e nosograficamente definiti (ritardo mentale, disturbi generalizzati dello sviluppo, paralisi cerebrali, deficit uditivi e malformazioni degli organi fonatori).
Indipendentemente dalla tipologia del disturbo, è necessario adottare protocolli per la valutazione di bambini con ritardo di esordio del linguaggio che descrivano in maniera analitica i diversi parametri linguistici, sia ricettivi sia espressivi, che cognitivo-comportamentali per poter formulare una prognosi evolutiva di disturbo del linguaggio.