“Mi sento brutta”.
Come imparare ad accettarsi e a stare bene con se stessi
Anche l’uomo deforme può trovare specchi che lo rendono bello.
(Marchese de Sade)
A tutti capita a volte di non sentirsi bene con se stessi e di vedersi brutti, ma quando questa sensazione è permanente, può avere degli effetti talvolta anche disastrosi sulla nostra vita e sulle nostre relazioni.
Perché ti senti brutta? Lo sei davvero? E cosa puoi fare per star bene con te stessa ed accettarti? Continua a leggere e potrai trovare le risposte alle tue domande.
Perché ti senti brutto
Nel corso della mia professione mi è capitato spesso di sentire la frase: “Gerry… mi sento brutta/ brutto…”.
Spesso a dirlo sono persone gradevoli o addirittura molto belle; altre volte sono realmente presenti, in alcuni, quelli che vengono comunemente ritenuti “difetti”, come ad esempio un naso troppo grande, una mascella prominente, una situazione di sovrappeso…
Il “sentirsi brutti”, però, va al di là dell’aspetto fisico… lo dimostra il fatto che, come ti ho detto, spesso chi sente di esserlo non lo è realmente.
Tra l’altro, non tutte le persone con “difetti fisici” hanno dei problemi con la propria immagine. Mentre scrivo mi viene da pensare a Barbra Streisand, la cantante americana famosa per la sua splendida voce, ma anche per le sue doti di attrice, regista, compositrice e… per il suo naso.
Se non ce l’hai presente, cerca una sua immagine sul web. Guardala bene: ha un naso “importante”, che se fosse stato sul volto di qualcun altro, probabilmente avrebbe causato disagio. Eppure la Streisand lo ha sempre mostrato con orgoglio e non lo ha mai “rifiutato” o ritoccato con interventi chirurgici.
La Streisand, stando ai canoni della bellezza occidentale, non si può ritenere “armonica”, eppure… è considerata una delle donne più affascinanti d’America.
Ti sei chiesta perché? Perché la Streisand e molte altre persone “difettose” come lei hanno così fascino e sono così ambiti, e tu ti vedi sempre brutta… brutto… e non riesci a vivere serenamente la tua vita, al di là del fatto che tu lo sia davvero o meno?
Si chiama dismorfobia
Innanzitutto, diamo un nome a questo disturbo: si chiama dismorfobia e deriva dalle parole greche dýsmorphos (deforme) e phobia (paura), ovvero “paura del deforme”.
Se soffri di questo disturbo, ti preoccupi eccessivamente del tuo aspetto fisico. Potresti sentirti non attraente o, nei casi più gravi, orribile o addirittura un mostro. Potresti concentrarti su un solo aspetto del tuo fisico o alla sua totalità.
Il fatto è che, sentendoti brutta, metterai in atto tutta una serie di comportamenti che tendono ad esaminare continuamente le parti del tuo corpo che ritieni difettose o di correggere le tue vere o presunte imperfezioni.
Questo ti porterà a confrontare continuamente il tuo aspetto con quello degli altri, a controllarti sempre allo specchio o a rifiutare di farlo, a camuffarti, coprirti il più possibile nei punti in cui vedi o esiste il difetto, a dedicarti in maniera ossessiva al tuo corpo, a cercare continue rassicurazioni dagli altri a cui, tra l’altro, quando arrivano non credi.
Una volta venne da me una donna che si era sottoposta a sette interventi di chirurgia estetica. Aveva iniziato dal seno, che riteneva fosse troppo piccolo. Il problema stava nel fatto che, prima di rifarsi il seno, non considerava difettose altre parti del suo corpo. Solo dopo l’intervento iniziò a pensare che le sue labbra non le piacevano… e dopo le labbra, il naso… e dopo il naso, gli zigomi… e così via…
Cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che spesso, il sentirsi brutti è solo una sensazione e un intervento chirurgico non può risolvere il problema, perché questo esiste solo nella mente chi la prova.
Da cosa ha origine la dismorfobia
Generalmente, chi soffre di dismorfobia ha vissuto esperienze che risalgono alla propria infanzia o all’adolescenza. I dismofobici hanno avuto accanto delle persone che hanno loro sottolineato ripetutamente veri o presunti difetti fisici.
In molti casi, è una sensazione che inizia in età adolescenziale. Chi, durante l’adolescenza, non ha avuto la sensazione di sentirsi brutto e non accettato? In alcuni casi, però, questa sensazione diventa cronica e può perdurare anche per tutta la vita.
Forse adesso ti aspetti che ti inciti a riflettere sulle situazioni che ti hanno portato ad avere questo rapporto distorto con il tuo corpo… che ti aiuti a riflettere sulle frasi e sulle situazioni che ti sei sentito dire e che hai vissuto, quelle che ti hanno ferito e che ti hanno portato a sentirti brutto…
E invece non lo farò. Prima di tutto, perché sono convinto che tu sappia già benissimo quali siano. Anzi, credo che ci pensi anche già troppo di tuo, senza che ci sia bisogno di ricordartelo.
Secondo di tutto, perché io lavoro con la Terapia Breve Strategica, la quale non si sofferma sulle cause del problema, non tenta di capire le sue origini, ma mi permette di aiutarti a vedere il problema da un altro punto di vista, da una prospettiva differente… di creare in te una percezione diversa dello stesso fenomeno, che fa cambiare completamente la tua reazione e la cognizione rispetto a quello stesso fenomeno.
Nel giro di poche sedute di terapia, ti guiderò a cambiare il tuo stesso punto di vista e ti darò dei compiti da svolgere… delle prescrizioni, che sono dei rafforzativi della seduta stessa e ti invitano ad agire, in modo da favorire il cambiamento.
Quindi, non ti porterò a capire, ma a SENTIRE DIFFERENTEMENTE.
Se vuoi provare la Terapia Breve Strategica e vuoi cominciare ad accettarti e a stare bene con te stessa e con gli altri, fissa un appuntamento (anche online) e nel giro di poco tempo potresti rivoluzionare la tua vita.
Intanto ti lascio delle considerazioni su cui riflettere, sperando che possano aiutarti ad affrontare il tuo malessere:
1. Sei sempre tu a scegliere
Puoi scegliere di vedere il tuo difetto come “handicap” oppure puoi considerarlo come qualcosa di unico… qualcosa che ti differenzia dagli altri… pensa a quello che ho detto poco sopra su Barbra Streisand, per esempio.
Se accetterai il tuo tuo aspetto, riuscirai a concentrarti su altre parti di te, della tua persona… e quindi potrai cominciare a crescere e ad evolverti.
2. Trasforma il tuo limite
Fa’ sì che quello che consideri un limite ti spinga a lavorare su altri aspetti di te. Avrai avuto anche tu un compagno di scuola, un collega, un amico non bello fisicamente, ma cercato da tutti perché ritenuto simpatico, intelligente o affascinante, per esempio. Quella persona che conosci è stata in grado di concentrarsi sulle sue potenzialità, tanto da lasciar passare in secondo piano il suo aspetto fisico.
È quello che puoi fare anche tu… puoi anche non essere bella, ma puoi essere quella che rende allegra la compagnia, oppure colei che ascolta e che dà supporto…
Cerca dentro di te ciò che puoi offrire agli altri. Ricorda sempre che OCCUPARTI di qualcosa è sempre meglio che PREOCCUPARTENE.
3. Cerca di superare quel “difetto”
Ok, l’aspetto fisico non è la cosa più importante e accettarsi è l’unico modo che ti porterà davvero a star bene con te stesso.
Tuttavia, ciò non toglie che puoi prenderti cura di te e cercare di migliorare anche dal punto di vista fisico. Voglio dire: se il tuo disagio consiste nell’essere sovrappeso o nell’avere il viso punteggiato dall’acne, perché non lavorare per migliorarti?
Se i difetti sono più difficili o impossibili da eliminare, puoi concentrarti sul modo di vestire, di truccarti, di pettinarti… conosco tante persone non considerate “belle” ma che hanno una cura di sé che le rende estremamente affascinanti!
4. Seleziona i tuoi amici e le compagnie
Se sei davvero convinta di essere brutta, cerca persone che non danno importanza all’aspetto fisico e che mettono ai primi posti delle loro preferenze altri aspetti, come la simpatia, la sensibilità, l’empatia…
Ricorda che il momento migliore per cambiare è adesso, e che se non agisci, stai trovando solo delle scuse.
Puoi trasformarti da brutto anatroccolo in un bellissimo cigno, se solo decidi di farlo.
A proposito di questo, ti lascio il link di un video sul mio canale YouTube, al quale ti invito anche a iscriverti: L’accettazione di sé e il brutto anatroccolo.
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