Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi e intensi di paura e ansia che possono colpire chiunque in qualsiasi momento. Si manifestano con una serie di sintomi fisici e mentali che possono essere molto debilitanti e spaventosi. In questo articolo, vedremo cos’è un attacco di panico, quali sono i suoi sintomi, le sue cause e le sue conseguenze, come si può affrontare e come si può curare il disturbo di panico, una condizione cronica caratterizzata dalla ricorrenza degli attacchi e dalla paura di averne altri.
Cos’è un attacco di panico
Un attacco di panico è una reazione improvvisa e intensa di paura e ansia che si scatena senza una causa apparente o proporzionata alla situazione. Esso è in grado di sconvolgere la mente e il corpo senza preavviso né una causa apparente. È un’ondata improvvisa di terrore puro che fa tremare chi ne viene colpito, proprio come il dio Pan della mitologia greca era in grado di terrorizzare con la sua sola apparizione. In pochi istanti, il panico serra la gola in una morsa di ansia e angoscia, mentre il cuore accelera all’impazzata, il respiro si fa affannoso e la testa gira vorticosamente. Sembra di stare per morire o di impazzire.
Questo uragano emotivo dura mediamente 10 minuti, ma può esaurirsi in pochi secondi o dilungarsi fino a mezz’ora. La frequenza varia enormemente, da attacchi sporadici a crisi quotidiane. Ma l’aspetto più destabilizzante è l’imprevedibilità: non si conoscono le cause scatenanti né si può prevedere quando e dove colpirà il prossimo attacco. L’unica certezza è che sarà una nuova discesa negli abissi del terrore.
Sintomi del disturbo di panico
I sintomi del disturbo di panico sono molteplici e variano da persona a persona. Possono essere raggruppati in due categorie: sintomi fisici e sintomi mentali.
Sintomi fisici
I sintomi fisici degli attacchi di panico sono quelli che coinvolgono il sistema nervoso autonomo, ovvero quella parte del sistema nervoso che regola in modo automatico le funzioni vitali dell’organismo come il battito cardiaco, la respirazione, la pressione sanguigna, la digestione e molte altre. Questo sistema si attiva in risposta ad una minaccia percepita, preparando il corpo alla reazione di attacco o fuga. Tuttavia, nel caso degli attacchi di panico, questa risposta fisiologica è eccessiva e sproporzionata rispetto alla reale situazione ambientale. I sintomi fisici più comuni che si possono manifestare durante un attacco di panico sono:
- Palpitazioni o tachicardia
- Sudorazione
- Fiato corto
- Tremori o brividi
- Sensazione di soffocamento o fiato corto
- Dolore al petto
- Nausea o disturbi gastrointestinali
- Vertigini o capogiri
- Formicolii o intorpidimenti
- Ondate di calore o freddo
L’attivazione eccessiva del sistema nervoso autonomo e la comparsa improvvisa di questi sintomi somatici sono percepite in modo catastrofico dal paziente, che teme per la propria vita o per la propria salute mentale. Ciò accentua ulteriormente l’ansia e la sensazione di panico in un circolo vizioso.
Sintomi mentali
I sintomi mentali, che coinvolgono il pensiero, le emozioni e le percezioni, sono il prodotto dell’attivazione del sistema limbico. Questo sistema, che si occupa delle nostre reazioni emotive e della nostra memoria, si attiva quando ci troviamo di fronte a una situazione di pericolo o di stress, provocando sentimenti di paura e ansia. Nei casi di attacchi di panico, tuttavia, queste emozioni tendono a diventare eccessive e irrazionali, interferendo con il nostro giudizio e la nostra capacità di ragionare.
Tra i sintomi mentali più frequenti troviamo, per esempio, la paura di morire. Questa si manifesta attraverso la convinzione di essere in pericolo di vita, di poter soffrire un infarto, un ictus, un aneurisma o di contrarre una malattia grave. Un’altra manifestazione comune è la paura di impazzire, che si traduce in una sensazione di perdita di controllo della propria mente, con la paura di diventare folli, di avere un esaurimento nervoso o di subire una crisi psicotica.
Accanto a queste, si può riscontrare la paura di perdere il controllo, che si traduce in una preoccupazione di compiere un’azione imbarazzante, violenta, illegale o dannosa sia per se stessi che per gli altri. Si possono poi riscontrare fenomeni di derealizzazione, dove si avverte una sensazione che il mondo esterno sia irreale, falso, distorto o alterato. Infine, c’è la depersonalizzazione, in cui si ha la sensazione di essere estranei a se stessi, di non riconoscersi, di non sentire il proprio corpo o le proprie emozioni.
Cause e conseguenze
Le cause degli attacchi di panico non sono ancora del tutto chiare. Si ritiene che siano il frutto di una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. Tra i fattori biologici, ci sono le predisposizioni genetiche, gli squilibri ormonali, le alterazioni neurochimiche, le malattie fisiche. Tra i fattori psicologici, ci sono le esperienze traumatiche, i conflitti interiori, le credenze irrazionali, le aspettative negative. Tra i fattori ambientali, ci sono gli eventi stressanti, le situazioni ansiogene, le pressioni sociali, i cambiamenti improvvisi.
Gli attacchi di panico possono avere ripercussioni significative, talvolta compromettendo seriamente la qualità di vita di chi ne è afflitto. Tra le conseguenze più comuni vi rientra la depressione, un persistente stato di tristezza profonda caratterizzato da una perdita di interesse e piacere per le attività quotidiane. Questo stato d’animo negativo si accompagna a una riduzione dell’autostima e della fiducia in sé, oltre a una sensazione di vuoto e disperazione. Da notare come la depressione possa essere sia una conseguenza degli attacchi di panico, sia un elemento che li aggrava. Se hai bisogno di un aiuto per aumentare la tua autostima, ti consiglio di leggere il mio libro che tratta dettagliatamente l’argomento.
Inoltre, l’agorafobia, che rappresenta la paura di trovarsi in luoghi o situazioni da cui sarebbe difficile o imbarazzante scappare in caso di attacco di panico, è un’altra conseguenza comune. Tale paura induce a evitare spazi aperti, affollati o chiusi, come strade, piazze, mezzi pubblici, negozi, cinema, ascensori. Come per la depressione, l’agorafobia può essere sia una conseguenza degli attacchi di panico, sia un fattore che li favorisce.
Infine, l’ipocondria, ossia la paura ossessiva di avere una malattia grave o incurabile, è un altro effetto frequente. Questa paura porta a interpretare ogni minimo sintomo fisico come un segno di una patologia seria, a consultare frequentemente medici e a sottoporsi a esami clinici, pur senza trovare sollievo. Anche in questo caso, l’ipocondria può essere scatenata dagli attacchi di panico o può contribuire a peggiorarli.
Dopo un attacco di panico come ci si sente?
Dopo un attacco di panico, che come abbiamo visto ha una durata di circa 10 minuti, si prova un senso di spossatezza fisica e mentale che può persistere per ore o addirittura giorni. Oltre a una sensazione di stordimento ed affaticamento generalizzato, sono comuni sintomi quali mal di testa pulsante, nausea con possibili conati di vomito, debolezza muscolare e tremori.
Dal punto di vista emotivo, è frequente provare confusione e disorientamento, come se la propria mente fosse annebbiata, oltre a un profondo senso di colpa e di vergogna per non essere stati in grado di controllare il panico. Spesso subentra anche rabbia e frustrazione verso se stessi e il proprio corpo per aver reagito in modo così estremo a quello che razionalmente si riconosce come un falso pericolo.
Inoltre, è tipico sviluppare il timore che l’attacco di panico possa ripetersi da un momento all’altro, o che abbia lasciato danni permanenti a livello cardiovascolare o cerebrale. Queste paure possono portare ad evitare determinate situazioni o attività, limitando la propria vita. Infine, la persona può sentirsi molto sola e incompresa, soprattutto da chi non ha mai vissuto l’esperienza di un attacco di panico, accentuando ulteriormente il senso di isolamento.
Cosa fare quando si ha un attacco di panico
Durante un attacco di panico, è essenziale ricordare che l’episodio rappresenta una reazione temporanea e innocua del nostro corpo, lontana da scenari di morte o follia. Esistono varie strategie utili a gestire al meglio la situazione, attenuando l’intensità dei sintomi.
Ad esempio, adottare una respirazione lenta e profonda, come quella diaframmatica, può rasserenare il sistema nervoso autonomo e ristabilire un ritmo cardiaco normale. Questo può essere ottenuto inspirando mentre si conta fino a quattro, per poi espirare contando fino a sei.
A ciò si può aggiungere il rilassamento muscolare progressivo, una tecnica efficace per liberare le tensioni accumulate nel corpo, che può aiutare a ridurre il tremore e il dolore. Questo può essere raggiunto contraendo e successivamente rilassando ogni gruppo muscolare, partendo dai piedi fino ad arrivare alla testa.
Allo stesso modo, l’autosuggestione attraverso la ripetizione di frasi positive può essere un ottimo contrappeso ai pensieri negativi e catastrofici che alimentano la paura e l’ansia. Frasi quali “Questo è solo un attacco di panico, passerà presto”, “Non mi sta succedendo nulla di grave, sono al sicuro”, “Posso affrontare questa situazione, sono forte e capace”, possono costituire un solido riparo mentale.
Distogliere l’attenzione può rappresentare un’altra tattica efficace per interrompere il circolo vizioso tra i sintomi fisici e mentali che amplificano l’attacco di panico. Impegnarsi in attività che richiedono concentrazione e coinvolgimento, come ascoltare musica, leggere un libro, guardare un video o intrattenere una conversazione, può infatti aiutare a disinnescare l’ansia.
Cura del disturbo di panico
Il disturbo di panico è una condizione complessa che richiede generalmente un intervento professionale per essere gestita e risolta nel lungo termine. Sebbene alcune strategie di auto-aiuto possano fornire sollievo temporaneo, è fondamentale rivolgersi a uno psicoterapeuta o psichiatra specializzato per intraprendere un percorso personalizzato.
La terapia breve strategica è un approccio psicoterapico molto efficace per il trattamento del disturbo di panico. Esso guida il paziente con disturbo di panico a correggere quei tentativi di gestione disfunzionali e rigidi, come l’evitamento, che si sono dimostrati fallimentari. Attraverso un intervento strategico, il terapeuta mira ad aumentare la flessibilità mentale del paziente e la sua capacità di fronteggiare il problema del panico sviluppando un più ampio ventaglio di strategie risolutive.
Per ottenere questo obiettivo nel minor tempo possibile, di solito tra le 8 e le 10 sedute, il terapeuta utilizza tecniche attive e prescrittive che devono produrre miglioramenti evidenti già dalle prime sedute. L’intervento non si limita alla sintomatologia acuta del panico, ma mira a modificare in modo duraturo gli schemi cognitivi e comportamentali disfunzionali che incidono negativamente sulla qualità di vita. In questo modo il paziente acquisisce maggiore consapevolezza di sé e fiducia nelle proprie risorse per gestire il panico senza dover ricorrere a condotte di evitamento autolimitanti. I risultati della terapia breve strategica sono solidi e tendono a persistere nel lungo termine.
Se soffri di attacchi di panico o disturbo di panico, non devi sentirti solo o disperato. Esistono delle soluzioni efficaci e rapide per superare questa condizione e ritrovare il benessere e la serenità. Se vuoi un aiuto professionale nel risolvere il problema, puoi contattarmi attraverso il mio sito web e mandarmi la tua richiesta. Sono Gerry Grassi, psicologo e psicoterapeuta, specialista in Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi Ericksoniana. Ti aspetto per iniziare insieme un percorso di guarigione e crescita personale!