La nascita di un bambino è motivo di gioia per i genitori e per l’intera famiglia. Ma è anche un avvenimento che porta con sé tutta una serie di stravolgimenti, che coinvolgono la madre innanzitutto. E cosa succede se, invece della felicità, i sentimenti predominanti diventano profonda tristezza, irritabilità, ansia, senso di inadeguatezza? Se diventano particolarmente intensi e duraturi, la neomamma sta sperimentando una condizione conosciuta come depressione post partum, che colpisce tra il 7% e il 12% di chi ha da poco dato alla luce un figlio.
Le caratteristiche della depressione post partum
Nell’immaginario collettivo, l’arrivo di un bimbo è una delle esperienze più belle ed emozionanti per la coppia. Amici, familiari e conoscenti si aspettano che la mamma in particolare, dopo i nove mesi di attesa, sia entusiasta del suo nuovo ruolo, nonostante la stanchezza e le notti in bianco. Ed è questo il motivo che spesso fa provare vergogna e senso di colpa, spingendo le neomamme a nascondere ciò che provano davvero, a non chiedere aiuto subito. Socialmente, infatti è ancora difficile accettare che una donna possa essere infelice della sua maternità. Questo evento viene dai più percepito (superficialmente) come “naturale” per la donna, quasi pari al bere e al mangiare.
Spesso, piuttosto che affrontare il possibile giudizio degli altri o ammettere con se stesse il momento di difficoltà, le donne preferiscono soffrire in silenzio. Mascherano il problema, oppure cercano il confronto con altre mamme in cerca di un riscontro alla loro angoscia, finendo spesso per aumentare il proprio malessere.
La depressione post-partum non va trascurata né sottovalutata perché può creare problemi non solo alla mamma, ma anche al bambino, oltre che influire negativamente sul rapporto di coppia e sulla relazione madre-figlio.
I sintomi tipici di questo disturbo sono:
- tristezza marcata per la maggior parte del giorno;
- senso di vuoto, di valere poco e di non essere adatta al ruolo di madre;
- pianti, disturbi del sonno e dell’alimentazione;
- sbalzi d’umore e irritabilità;
- mancanza di energia;
- perdita di interesse nei confronti del bebè;
- perdita di interesse verso attività di solito considerate piacevoli;
- pensieri negativi ricorrenti;
- timore di poter fare del male a se stesse o al bambino.
Gli atteggiamenti che le mamme possono sviluppare in questi casi sono solitamente due: o iniziano a preoccuparsi eccessivamente del loro bambino, vivendo costantemente in ansia oppure se ne disinteressano completamente, lasciando che siano gli altri a occuparsene. Per esempio, il padre o i nonni del neonato. Nonostante sentirsi sfiancate ed esauste sia normale nei primi tempi dopo la nascita, se alcuni sintomi persistono per più di due settimane è necessario approfondire la situazione.
Le cause della depressione post – partum
I motivi che possono portare alla depressione post parto sono molteplici: possono contribuire fattori fisici, cause legate alla sfera emotiva, ma anche relative allo stile di vita.
Che ci siano cambiamenti a livello dell’organismo è innegabile. Dopo la nascita infatti avviene un calo piuttosto brusco di due ormoni, il progesterone e gli estrogeni, che quindi possono avere un ruolo in questa condizione depressiva.
A livello emotivo, può risultare difficile affrontare quei piccoli problemi quotidiani che una volta sarebbero stati considerati insignificanti. Questo può succedere a causa della privazione del sonno e dell’eccessiva stanchezza. Ma possono entrare in gioco anche altre dinamiche: come il pensiero, ad esempio, di aver ormai perso “la vita di prima”. Oppure la sensazione di vivere una sorta di lotta per la propria identità.
C’è poi anche la situazione familiare da prendere in considerazione. La presenza di uno o più fratelli maggiori, che richiedono comunque attenzioni; eventuali problemi con l’allattamento al seno; problematiche finanziarie oppure screzi con il partner. Tutti elementi che possono portare a sviluppare la depressione post – partum.
Ci sono fattori di rischio o predisponenti al disturbo? In realtà sì. Vengono solitamente indicate situazioni di stress che si sono sperimentate in precedenza, sia personali che sul lavoro; un rapporto complicato con il compagno o problematico con la propria madre; una gravidanza non pianificata.
Depressione post – partum e maternity blues
Il maternity blues o baby blues è una condizione transitoria, che si manifesta di solito pochi giorni dopo il parto e tende a regredire in modo spontaneo. “Blues” significa “malinconia, tristezza”. E’ piuttosto comune e riguarda l’80% delle neo mamme.
Tra i sintomi che lo caratterizzano ci sono insonnia, senso di inadeguatezza, crisi di pianto e ansia. La fondamentale differenza con la depressione post – partum è nella durata – che per il maternity blues è di qualche giorno – e nella loro intensità.
Imparare a prendersi cura del proprio bambino non è semplice, si migliora esperienza dopo esperienza. Brave mamme infatti non si nasce, ma si diventa.
Le terapie per la depressione post – partum
Nel mio approccio con i pazienti, e quindi anche rispetto alla depressione post – partum, io innanzitutto cerco di evitare termini diagnostici. Condivido, infatti, il pensiero di Thomas Szasz, psichiatra statunitense di origini ungheresi, secondo cui la diagnosi è una sorta di “condanna” per la persona. Infatti, etichettarla significa indurre la paziente a pensare di avere un certo tipo di disturbo. Le categorie diagnostiche possono funzionare per capire di cosa si sta parlando, ma sono limitanti per la persona che, per un meccanismo psicologico, finirà per trovare conferme nei sintomi che pensa di avere.
L’atteggiamento depressivo, di qualsiasi tipo sia, è caratterizzato dalla rinuncia: e questo tratto distintivo si ritrova anche nella depressione post – partum. Spesso il disturbo induce ad abbandonare le attività più piacevoli, come un caffè con le amiche. Ma anche i gesti quotidiani e più semplici: come lavorare, mangiare, lavarsi, truccarsi. Questo comportamento, nel caso specifico delle neo mamme, si riflette anche sul loro rapporto con il bimbo.
Un modo per superare la situazione è sicuramente dapprima lavorare sul comportamento di rinuncia, intervenendo, passo dopo passo, con l’obiettivo di sostituirla con il piacere. Gradualmente infatti è possibile ritrovare quel gusto delle piccole attività quotidiane.
Dalla depressione post – partum si può uscire: la maternità è un evento che racchiude moltissime sfaccettature e le neo mamme devono darsi il tempo di imparare. Ma anche chiedere aiuto, se necessario, senza sensi di colpa.
Come ci ricorda Osho: “Nel momento in cui nasce un bambino, nasce anche la madre. Lei non è mai esistita prima. Esisteva la donna, ma la madre mai. Una madre è qualcosa di assolutamente nuovo.”