La gelosia è un sentimento naturale e universale che si manifesta quando si teme di perdere una persona amata a causa di un rivale.
Si tratta di una reazione emotiva che svolge una funzione adattiva, in quanto mira a proteggere il legame affettivo e a prevenire eventuali minacce.
Tuttavia, quando la gelosia diventa eccessiva, irrazionale e ossessiva, si parla di gelosia patologica, una condizione che può avere gravi conseguenze sulla vita di chi ne soffre e sulle sue relazioni.
La gelosia patologica è caratterizzata da una forte insicurezza, da un’alterazione della percezione della realtà e da un’incapacità di controllare i propri pensieri e i propri comportamenti.
Chi soffre di gelosia patologica vive in uno stato di ansia e angoscia costanti, controlla il partner in modo ossessivo, interpreta gesti e parole come prova di infedeltà, tende a isolarsi e può arrivare a manifestare violenza fisica o verbale.
Le idee prevalenti sono di tradimento, abbandono e svalutazione.
Esistono diverse sindromi che rientrano in questa categoria, come la nota sindrome di Otello, così chiamata dal personaggio shakespeariano, e la meno conosciuta sindrome di Mairet, entrambe caratterizzate da una gelosia patologica nei confronti del partner.
La sindrome di Otello, descritta per la prima volta dallo psichiatra Racamier, è contraddistinta da una gelosia ossessiva, del tutto immotivata e sproporzionata rispetto alla realtà.
Similmente i soggetti con sindrome di Mairet – che prende il nome dallo psichiatra francese Henri Mairet, che per primo la descrisse nel 1933 – sviluppano un controllo morboso e un’incessante ricerca di conferme circa la fedeltà del partner.
Tali sindromi hanno un decorso cronico, colpisce sia uomini che donne, e può portare a gravi conseguenze sulle relazioni e a comportamenti violenti. Il prognostico tende ad essere sfavorevole data la natura cronica del disturbo.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio questo disturbo psicopatologico.
I tipi di gelosia
La gelosia patologica può presentarsi in modi molto diversi, che dipendono dalla natura e dall’intensità dei sintomi. In generale, gli esperti identificano tre tipologie principali di gelosia patologica.
Gelosia umorale
La prima è la gelosia “umorale”, così chiamata perché dipende molto dagli umori e dalle circostanze. Chi ne soffre passa da momenti di lucidità e calma a improvvise crisi di sospetto e diffidenza. Alla base vi possono essere insicurezza, bassa autostima in amore o stress.
Gelosia paranoide
La seconda è la gelosia “paranoide”, che si basa su una convinzione delirante di tradimento. Chi ne è affetto distorce la realtà, interpreta qualsiasi episodio come una conferma dei propri sospetti e non accetta ragioni o prove contrarie. Spesso si accompagna a disturbi psicotici.
Gelosia ossessiva
Infine c’è la gelosia “ossessiva”, con pensieri e immagini ricorrenti e indesiderati sul tradimento. Pur riconoscendo l’irrazionalità di tali ossessioni, chi ne soffre non riesce a liberarsene, provando ansia e disagio.
La gelosia ossessiva è spesso correlata a disturbi d’ansia, come il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo d’ansia generalizzata.
Gelosia patologica o sana?
La gelosia si manifesta in due forme distintamente diverse: una sana e l’altra patologica.
La prima si esprime in maniera equilibrata e nasce da situazioni concrete che possono suscitare preoccupazione.
La gelosia patologica, invece, si caratterizza per una presenza costante e spesso priva di una base razionale.
Mentre la gelosia che possiamo considerare normale nasce in circostanze particolari e si attenua attraverso il dialogo e la comprensione reciproca, quella patologica si insinua nella quotidianità senza un vero motivo e persiste, resistente a ogni tentativo di chiarimento.
La forza con cui la gelosia patologica si impone nella vita di una persona può essere travolgente, superando di gran lunga la misura di un’emozione temporanea e gestibile.
In contrasto, la gelosia che non travalica i confini della normalità rimane contenuta e non altera significativamente l’equilibrio emotivo.
Il tempo, che spesso è alleato nel mitigare le preoccupazioni passionali, sembra non avere effetto sulla gelosia morbosa, che continua a persistere indipendentemente dagli eventi e dalle rassicurazioni.
La gelosia patologica può avere effetti negativi significativi sulla vita di chi ne soffre. In particolare:
- Può danneggiare le relazioni personali, portando a conflitti, mancanza di fiducia e persino alla rottura del rapporto.
- Può creare difficoltà negli ambienti sociali e lavorativi. Chi è ossessionato dalla gelosia fatica a concentrarsi sul lavoro e ad avere rapporti sinceri con colleghi e amici.
- Può causare un peggioramento generale del benessere psicologico. La persona gelosa vive nell’ansia costante, con sensi di colpa e bassa autostima. Ne conseguono stress, depressione e isolamento.
Al contrario, la gelosia non patologica può anche fungere da stimolo per un approfondimento delle relazioni, senza nuocere significativamente alla vita quotidiana.
Infine, le risposte comportamentali che derivano da queste due diverse esperienze di gelosia si pongono agli antipodi.
La gelosia patologica può spingere a comportamenti distruttivi e aggressivi, come deliri di controllo dell’altro, accuse infondate e conflitti.
Tuttavia, quando la gelosia resta nei limiti dell’accettabile, le reazioni sono più costruttive e orientate verso il dialogo, la comprensione e l’affinamento del legame affettivo.
Sintomi della gelosia patologica
La gelosia patologica si manifesta attraverso una varietà di sintomi che possono differire da individuo a individuo.
Tuttavia, comunemente, chi ne soffre mostra segni distintivi, come i seguenti:
- pensieri negativi e ricorrenti sul partner e sulla sua fedeltà;
- immagini mentali di scene di tradimento o di confronto con il rivale;
- dubbi e sospetti continui sul comportamento del partner;
- interpretazioni errate o distorte di parole o atteggiamenti del partner;
- richieste di spiegazioni o giustificazioni da parte del partner;
- controllo ossessivo;
- accuse infondate al partner;
- litigi frequenti e violenti;
- isolamento sociale;
- sentimenti di rabbia, tristezza, paura e vergogna;
- sensazioni di ansia, angoscia e inquietudine;
- sintomi fisici (palpitazioni, sudorazione, tremori, mal di testa, insonnia);
- comportamenti aggressivi o autolesivi (minacce, percosse, stalking, tentativi di suicidio).
Come comportarsi con una persona gelosa patologica?
Affrontare la gelosia patologica in una relazione richiede tatto, comprensione e una strategia ben ponderata per mantenere un equilibrio sano.
È fondamentale riconoscere il problema senza minimizzarlo, accettando che la situazione necessita di attenzione e di un intervento costruttivo.
Evitare di alimentare ulteriormente l’insicurezza è altrettanto importante; ciò significa stare alla larga da comportamenti che possano sembrare ambigui o che possano essere interpretati erroneamente come segnali di infedeltà.
Mantenere la propria indipendenza è, d’altra parte, indispensabile.
Accettare richieste eccessive o sottostare al comportamento del partner geloso di costante controllo può compromettere la propria autonomia e contribuire a un circolo vizioso di sospetti e tensioni.
Ascoltare il partner, cercando di capire le sue paure senza contraddirlo apertamente, può aiutare a costruire un ponte comunicativo, dove il dialogo assertivo e rispettoso prevale su litigi e malintesi.
Esprimere apertamente i propri sentimenti, senza cadere nella trappola del giudizio o della critica, può rivelarsi un approccio efficace per invitare il partner a un’interazione più aperta e meno conflittuale.
È essenziale non isolarsi ma cercare il sostegno di amici, familiari o, se necessario, di professionisti che possano offrire una prospettiva esterna e neutrale.
Infine, è d’obbligo non tollerare comportamenti abusivi. La violenza, sia essa emotiva o fisica, non deve mai essere giustificata o subita in silenzio.
Denunciare tali comportamenti e cercare protezione è un atto di coraggio e un passo verso il recupero della propria serenità.
Come guarire dalla gelosia patologica?
La guarigione dalla gelosia patologica è possibile: un cambiamento significativo può avvenire attraverso la psicoterapia, in particolare con approcci come la psicoterapia breve strategica, che mira a risolvere la problematica in tempi brevi.
L’obiettivo della psicoterapia nel trattamento della gelosia è multisfaccettato e mira a instaurare una comprensione più profonda delle radici di questo sentimento, affrontando sia le cause scatenanti che gli aspetti cognitivi e comportamentali a esso correlati.
Un terapeuta può guidare la persona a riconoscere e riformulare quei pensieri irrazionali che alimentano la gelosia, favorendo una visione più realistica e meno distorta delle situazioni.
In questo processo, si lavora sull’acquisizione di competenze essenziali come la comunicazione efficace e l’ascolto attivo, che sono fondamentali per gestire e risolvere i conflitti all’interno di una relazione o per accettare che la relazione sia finita.
Allo stesso tempo, si pone l’accento sullo sviluppo della fiducia in se stessi e nel proprio partner, incrementando l’autostima e costruendo una sicurezza interiore che possa contrastare l’insicurezza che spesso alimenta la gelosia.
Un altro aspetto rilevante è il ritrovamento di un sano equilibrio tra la vita di coppia e quella personale, in modo da mantenere una propria individualità, che è essenziale per la salute di ogni relazione.
Inoltre, la terapia si prefigge di fornire strumenti per gestire le emozioni negative e i sintomi fisici che possono emergere dal sentimento di gelosia, lavorando anche sulla prevenzione di eventuali ricadute.
Per alcuni, il percorso terapeutico può essere affiancato da altre tecniche come la meditazione e il rilassamento, o, se necessario, da interventi farmacologici.
L’aspetto fondamentale è mantenere la perseveranza e cercare il supporto professionale adeguato per rompere il ciclo della gelosia patologica.
Se vuoi curare la tua gelosia patologica, contattami. Sono Gerry Grassi, psicologo e psicoterapeuta, specialista in Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi Ericksoniana.
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