Avrai spesso sentito parlare delle “sindromi psicologiche”. Ti sei mai chiesto di che di tratta? La definizione medica della parola “sindrome” ci dice che è un insieme di sintomi scatenati da cause differenti: e questo vale anche in psicologia, ambito in cui possono prendere forme molto diverse.
Alcune sono più comuni, mentre altre decisamente più rare e particolarmente curiose, perché si verificano solo in determinati paesi o circostanze.
A volte hanno anche ispirato film o romanzi, e sono entrate nell’immaginario collettivo per i loro tratti, che definirei quasi “affascinanti”. Nella maggioranza dei casi sono indotte da traumi, sono legate ad altre patologie, psichiatriche o fisiche, oppure rappresentano reazioni non ordinarie ad alcuni eventi.
La Sindrome di Stendhal (o di Firenze)
Capogiri, tachicardia, difficoltà respiratorie, euforia, vertigini e ansia: un malessere che di solito dura pochi minuti e si verifica di fronte a opere d’arte di straordinaria bellezza, soprattutto se custodite in luoghi chiusi. Questo disturbo, uno tra i più conosciuti, prende il nome dello scrittore francese Stendhal, che ne descrisse gli effetti in una sua opera. Infatti ne fu lui stesso vittima in occasione della visita alla Basilica Santa Croce.
A divulgarla, per la prima volta verso la fine degli anni settanta, è stata però la psichiatra Graziella Margherini, che rese pubblici più di 100 casi. Tutti avvenuti proprio nella città di Firenze, tra i turisti in visita agli Uffizi. Non provoca conseguenze né recidive.
La Sindrome di Stoccolma
Tra tutte le sindromi psicologiche, la Sindrome di Stoccolma è probabilmente la più famosa. Se ne è parlato in occasione di alcuni rapimenti, divenuti poi celebri; e si può ritrovare anche nella serie Netflix La Casa di Carta (di cui sono un grande appassionato!). Fa riferimento ai sentimenti di simpatia, empatia, fiducia, comprensione e persino amore che la vittima prova nei confronti del suo carnefice. Sentimenti del tutto opposti a ciò che dovrebbe provare considerando la situazione che è costretta ad affrontare. La storia ci racconta che qualcuno si è rifiutato di collaborare con le autorità, mentre altri non sono fuggiti dal luogo del sequestro, pur avendone l’opportunità.
Questa sindrome prende il nome da un fatto realmente accaduto nella capitale svedese nei primi anni settanta. Cinque impiegati di una banca, presi in ostaggio durante una rapina per alcuni giorni, iniziarono a sviluppare un rapporto di affetto e di protezione nei confronti dei loro sequestratori.
Questo disturbo è strettamente legato a un’altro, la Sindrome di Lima, che presenta le stesse caratteristiche, ma colpisce invece i rapitori, che iniziano a provare empatia o attrazione nei confronti della propria vittima.
La Sindrome di Parigi
Se è la prima volta che la senti nominare, è probabilmente perché è davvero rara. Chiamata anche “Sindrome di Notre Dame”, colpisce i turisti giapponesi in visita nella capitale francese.
Provoca allucinazioni, ansia, deliri di persecuzione e si manifesta a causa della sua forte idealizzazione. Ossia sperimentano una sorta di shock culturale tra ciò che avevano sempre immaginato e lo stato reale della città, si ipotizza anche a causa della stanchezza fisica del viaggio.
La Sindrome di Gerusalemme
Simile alla Sindrome di Parigi è quella che prende il nome di un’altra città, ossia Gerusalemme. In questo caso le persone colpite manifestano all’improvviso ansia e agitazione, hanno delle forti pulsioni religiose, allucinazioni e visioni collegate sempre a tematiche mistiche e sacre.
La Sindrome di Diogene
Un disturbo psicologico-comportamentale, tipico soprattutto degli anziani, i quali a un certo punto smettono di curare la propria igiene personale e anche la propria salute. Conosciuta anche come “Sindrome dello squallore domestico”, può associarsi a un altro disturbo, quello da accumulo. 7
Questa sindrome è causata gneralmente da uno shock particolarmente grave, come la morte di una persona cara, ma anche da disturbi cognitivi e demenza.
La Sindrome di Diogene deve il suo nome al filosofo greco del IV secolo, Diogene appunto, che predicava una vita ritirata e semplice: lui stesso aveva scelto di vivere in una botte.
La sindrome di Ekbom
Ti ho già parlato dell’ipocondria in un mio precedente articolo: questa sindrome ne rappresenta una forma più seria, in cui la persona è fermamente convinta di essere infestata da insetti e parassiti sotto le pelle, all’interno del corpo o anche di averli in casa. Solitamente avverte infatti pruriti, punture, formicolii e anche allucinazioni e a volte si provoca ferite nel tentativo di grattarsi o di pulire la cute. Alcune manifestazioni di questo disturbo sono state registrate dall’Ottocento.
La Sindrome di Alice nel paese delle meraviglie
La definizione che è stata data a questa sindrome è alquanto curiosa. Fa riferimento alla famosissima opera letteraria di Lewis Carroll, “Alice’s Adventure in Wonderland”, per un motivo preciso. Racchiude infatti tutta una serie di sintomi- associati all’emicrania e all’epilessia, ma anche ad altri fattori che provocano delle distorsioni percettive sia visive che temporali. Proprio come succede ad Alice che crede di diventare gigante o piccolissima.
Le persone che soffrono di questo disturbo, in effetti, si vedono più basse oppure più alte, lamentando l’impressione che le parti del corpo o degli oggetti circostanti cambino dimensioni e forme.
La Sindrome di Cotard
Tra le varie sindromi psicologiche, la sindrome di Cotard è una malattia psichiatrica che si caratterizza per la sua incidenza rara. Il paziente è infatti convinto di essere morto, di aver perso i suoi organi vitali oppure tutto il suo sangue: una sensazione innescata da una disfunzione di una parte dell’encefalo. Non riuscendo più a percepire alcuna emozione, spiega in questo modo la sua strana condizione.
È conosciuta anche come “Sindrome dell’uomo morto” o del “cadavere che cammina”.
La sindrome di Capgras
Anche la sindrome di Capgras è una malattia psichiatrica, scaturita da molteplici fattori (patologie o come manifestazione collaterale di altri disturbi). In questo caso il paziente sostiene che tutte le persone che ha accanto- coniuge, familiari o amici – siano in realtà dei sosia, siano stati sostituiti da impostori o addirittura degli alieni.
Più frequente nelle donne che negli uomini, deve il nome al medico francese che per primo la descrisse negli anni Venti del Novecento.
La Sindrome di Tako-Tsubo
Questa sindrome è conosciuta anche con un altro nome, ossia del “cuore infranto”. Si manifesta con gli stessi sintomi dell’infarto (dolore al petto, difficoltà a respirare, senso di affaticamento) e di solito avviene come conseguenza di un evento doloroso oppure destabilizzante, con un’incidenza maggiore tra le donne di età compresa tra i 60 e i 75 anni.
È caratterizzata da una disfunzione, solitamente destinata a risolversi, del ventricolo sinistro. Il nome della sindrome, di origine giapponese, deriva dalla forma del cestello (tsubo) utilizzato dai pescatori per la pesca del polpo (tako): la stessa che assume il ventricolo quando si manifesta.
Questo breve viaggio tra alcune sindromi psicologiche dimostra quante sfaccettature possa racchiudere la mente umana. E come riesca spesso a sorprenderci e spiazzarci con i suoi tanti lati misteriosi, a volte oscuri…