Relazioni manipolatorie: come riconoscerle e affrontarle
“Se conosci il nemico di te stesso, la tua vittoria è sicura.
Se conosci te stesso ma non il tuo nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali.
Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia”.
Sun Tzu
Comincio subito col dire che tratterò questo argomento in maniera diversa da come generalmente ne sentite parlare o leggete sul web.
La mia prospettiva è più dalla parte del manipolato che del manipolatore, e capirete il perché continuando nella lettura di questo articolo.
Alcuni di voi si riconosceranno nel ruolo di manipolato e ne accetteranno i loro limiti. Molti altri lo rifiuteranno o ancora meglio, respingeranno il mio tentativo di dare una spiegazione al loro atteggiamento nei confronti del manipolatore, continuando probabilmente a cadere nella trappola del vittimismo, il limite del confine oltre il quale la manipolazione diventa patologica non solo per il carnefice, ma anche per la vittima.
Ma andiamo per gradi e analizziamo entrambe le figure.
Chi sono i manipolatori
I manipolatori sono individui (uomini o donne) che mettono in atto delle manipolazioni nei confronti di altri, spesso caratterizzate da una sorta di gioco perverso tramite l’insinuazione del senso di colpa, la critica e l’aggressione verbale, con lo scopo di ottenere un soddisfacimento alle proprie richieste.
Puoi riconoscere un manipolatore quando assume un comportamento eccessivamente narcisista. Talvolta, però, la sua sproporzionata debolezza e la sua passività potrebbero disorientarti, facendoli apparire come persone bisognose di affetto. In realtà, sfruttano questa presunta debolezza per ottenere da te ciò che desidera.
In tutti i casi, comunque, i manipolatori non sono in grado di comprendere gli altri e di provare empatia, perché si occupano principalmente di se stessi.
Per un manipolatore tu non esisti come essere individuo con le tue proprie necessità e a cui portare rispetto, ma sei uno dei tanti da cui ottenere qualcosa (affetto, gratificazione, attenzione…) senza che ti dia nulla in cambio.
La sua caratteristica più comune è l’ambivalenza, aspetto che lo rende spesso molto desiderabile e difficile da riconoscere. Difficile ma non impossibile. Anche perché, un manipolatore tende a nascondersi fino a quando non capisce di avere in mano la propria vittima. Quando comprende che dipendi ormai totalmente da lui abbassa la guardia ed è in questo momento che puoi riconoscerlo, se prima hai avuto qualche difficoltà a farlo.
È in questo preciso momento, che un manipolatore non avrebbe più ragione di esistere.
Chi sono i manipolati
I manipolatori sanno che, per ottenere ciò che vogliono, devono scegliere delle persone deboli, dipendenti e con una bassa autostima. A questo punto, se da quanto letto fino adesso sei riuscito a identificare la figura del manipolatore, dovresti essere in grado di riconoscere anche la tua e accettare il fatto che la manipolazione non avrebbe modo di esistere se tu stesso non gliene dessi.
Mi spiego meglio. Poco fa ho identificato il manipolato come una persona debole e con una bassa autostima. Se il manipolatore inizialmente può avere una forte influenza anche su persone forti e con un’alta autostima, questi non avranno terreno fertile nel momento in cui cominciano a diventare “visibili” ai loro occhi.
Se ami te stesso non ti fai manipolare
Sun Tzu sosteneva che se conosci il tuo nemico, la vittoria è sicura. Per conoscere il nemico bisogna che tu conosca te stesso e che, soprattutto, impari ad amarti.
Nel mio libro Imparare ad amarsi scritto insieme a Rosa Iatomasi abbiamo largamente parlato di questo argomento, sostenendo quanto l’amore per se stessi sia al centro di tutta la nostra vita, anche dei nostri rapporti interpersonali.
Amare te stesso vuol dire stimarti e aprirti al mondo, riuscendo nello stesso tempo anche a sbattere le porte in faccia nel momento in cui la tua serenità viene minacciata. Per riconoscere questo pericolo devi aver fatto prima un lungo lavoro su te stesso, un percorso di consapevolezza che ti porta, a volte anche dolorosamente, ad accettarti per quello che realmente sei e a comprendere ciò di cui hai davvero bisogno.
Se arrivi a raggiungere questa consapevolezza, sarà difficile permettere ad altri di poterti manipolare. Manipolare alla fine vuol dire guidare il tuo modo di pensare, di agire e di sentire. Solo chi non sa chi è e quale posto vuole occupare nel mondo, permette che altri riescano a manovrarlo.
Come affrontare i manipolatori
Da quanto detto, risulta chiaro che per allontanare da te un manipolatore, più che pensare di cambiare lui, devi lavorare tu stesso.
A tale scopo, puoi accedere al mio mini corso Illumina te stesso, un modo per mettere a fuoco i tuoi obiettivi personali in soli 7 giorni e imparare a raggiungerli.
Ma ricorda: il tuo obiettivo principale, se ti senti vittima di un manipolatore, è quello di liberartene. E per liberartene devi riuscire a capire che, se sei arrivato al punto di riconoscerlo, devi agire su te stesso, prima che la manipolazione diventi patologica non solo per lui ma anche per te.
Un piccolo esercizio – “Allo specchio”
Per concludere, ti lascio un piccolo esercizio da fare per aiutarti a “sentirti” e a decidere di affrontare il tuo problema.
Posizionati davanti allo specchio. Guardati fisso negli occhi e osserva bene il tuo viso. Cerca di cogliere ogni particolare: il colore dell’iride, la forma delle palpebre e delle ciglia, la piccola rughetta che si forma mentre sorridi, quel neo proprio sopra la tua guancia…
Guardati come non hai ma fatto. Quella persona che hai davanti sei tu e sei quella che ha di fronte anche il tuo manipolatore quando ti attacca, ti fa sentire in colpa e ti trattiene a se senza che tu riesca a staccartene.
Adesso fai un respiro profondo. Inspira e respira profondamente per 5 volte mentre tieni gli occhi chiusi, e nel frattempo pensa a tutte le cose che vorresti dire alla persona che senti di avere una forte influenza su di te.
Quando avrai finito di respirare, apri gli occhi. Guardati nuovamente allo specchio e urla tutto ciò che tieni dentro. Butta fuori tutto quello che è rimasto dentro te, e prova a urlare anche quello che di te non ti piace, che senti non ti appartenga e che vorresti cambiare.
Alla fine di questo esercizio potresti sentirti molto scosso, ma sarai riuscito a fare il primo passo verso il tuo cambiamento. Adesso non ti resta che continuare e di scegliere come farlo.
Se non sai da dove iniziare, puoi contattarmi per una consulenza online e ti accompagnerò in un percorso di consapevolezza che ti aiuterà a non permettere più ad alcuno di ferirti e di manipolarti.
Scrivi nei commenti se anche tu sei stato o ti senti vittima di un manipolatore e come hai affrontato o affronti la situazione.
Parlarne è un altro modo per iniziare ad agire e per non sentirsi soli.
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