Il rapporto tra la meditazione e le relazioni sociali
Nessuno che non conosca se stesso può conoscere l’altro.
Carl Gustav Jung
Una delle domande che mi vengono rivolte più spesso è questa:
“Come può uno psicoterapeuta praticare la meditazione e farla praticare ai suoi pazienti?“.
Il rapporto tra psicoterapia e meditazione è ancora oggi percepito così separato perché tradizionalmente sono esistite due opposte fazioni: da un lato i sostenitori della psicoterapia e dall’altra quelli della meditazione.
Entrambe le fazioni si sono spesso ignorate e criticate, anche a causa dell’antico distacco della psicanalisi dalla religione introdotto da Freud, che era un ateo dichiarato.
D’altra parte, proprio per questi motivi, il mondo della spiritualità ha sempre avuto dei problemi ad accogliere la psicologia.
Gli psicoterapeuti hanno spesso considerato la meditazione come una pratica non scientifica e quindi inferiore alla psicoterapia, che è una disciplina sanitaria e quindi si avvale di strumenti di cura convalidati ed efficaci.
Inoltre, per molti di loro la meditazione è considerata solo un modo per fuggire dalla realtà e per immergersi in uno stato di “silenzio”, che rappresenta solo un’illusoria evasione.
Dall’altra parte abbiamo poi i meditatori, che hanno spesso ritenuto la psicoterapia un intervento troppo cervellotico e che quindi, stimolando eccessivamente l’attività cerebrale, porta all’aumento del disagio e non alla sua diminuzione o risoluzione.
Tuttavia, rispetto a questa storica contrapposizione, tra le due discipline stanno nascendo, negli ultimi anni, delle collaborazioni fruttuose.
Anche la scienza si è interessata spesso di questo rapporto, e molti studi ne confermano la validità.
Uno di questi, condotto dal College of Letters & Sciences (Berkeley, Stati Uniti) e pubblicato sulla rivista Springer Nature, ha messo in evidenza come, attraverso la meditazione e quindi l’acquisizione di una maggiore consapevolezza, si sviluppa l’altruismo umano.
A 326 persone è stato chiesto di fare una donazione di beneficienza. Chi ha eseguito una seduta di meditazione prima di procedere con l’offerta di beneficienza, ha donato il 2,61% in più rispetto a chi non aveva seguito un percorso meditativo precedente.
La ricerca è molto interessante perché, l’altruismo senza aspettativa e senza tornaconto, è una delle basi per la cooperazione sociale e per lo sviluppo dell’empatia.
Perché medito
Prima di essere uno psicoterapeuta, sono un uomo.
È normale che, nonostante abbia fatto un percorso di consapevolezza che mi ha permesso di trovare uno stato di coscienza di centratura utile per poter aiutare gli altri, sia costantemente messo alla prova dalle emozioni e dagli eventi.
Anche io talvolta sperimento emozioni negative e confusione, e rimanere in questa condizione non mi può permettere di essere un valido aiuto per te: il cieco non può aiutare un altro cieco ad orientarsi.
Tra l’altro, non dimenticare che entro nella tua vita, nelle tue emozioni, e a volte queste possono anche travolgermi per la loro intensità. Sono uomo, non una macchina programmata a risolvere problemi con totale distacco.
Oltre che per me stesso, quindi, ho imparato a padroneggiare diverse tecniche meditative in modo da ritrovare sempre lo stato di lucidità necessaria per poterti aiutare al meglio, non solo con il mio cuore ma anche con la mia mente.
La meditazione, quindi, può essere di aiuto anche a tutti coloro che si occupano di psicoterapia, in quanto aumenta l’attenzione, la concentrazione, e libera da pesi che possono influire sulla serenità necessaria per affrontare il proprio lavoro.
Perché la meditazione fa spesso parte delle mie terapie
Anche se la psicoterapia e la meditazione sono ormai considerate delle discipline che possono potenziarsi vicendevolmente, non tutti sono aperti all’esperienza della meditazione.
Nei miei incontri, uno degli obiettivi principali è quello di comprendere se la meditazione può essere utile alla persona che, di volta in volta, mi chiede di essere aiutata.
Se per esempio ritieni la meditazione molto noiosa o addirittura insopportabile, non ti chiederei mai di intraprendere un percorso del genere, parallelo a quello psicoterapico che stiamo seguendo, o comunque a supporto di esso.
Ti cucirei una terapia adatta perfettamente alle tue esigenze e al tuo modo di vedere le cose e di essere.
Per tutti coloro che invece si dimostrano aperti a questa esperienza, consiglio fortemente la pratica di questa disciplina in quanto è capace di addestrare alla consapevolezza del momento presente e di favorire l’auto-osservazione, in particolare:
1. Del corpo
Attraverso la focalizzazione sulla percezione di fenomeni fisiologici come per esempio il respiro, il battito cardiaco, la postura o il peso del corpo, svilupperai il tuo senso di esserci, di essere presente e di occupare il tuo spazio fisico nel mondo.
2. Delle emozioni
Se fai fatica a comprendere quali emozioni stai vivendo, la meditazione ti può aiutare a percepirle, in modo da accettarle per quelle che sono senza cambiarle, a dare loro un senso a ciò che stai vivendo e di conseguenza a scegliere e decidere come comportarti.
3. Dei pensieri
L’auto-osservazione dei pensieri ti permette di distaccarti da essi, dalle tue fantasie e dalle tue convinzioni.
Riuscirai a riconoscere i tuoi tipici “schemi mentali”, a distaccartene, a metterli in discussione.
Imparerai a valutare se ciò che stai pensando ti è utile oppure ti sta danneggiando.
Capirai di “non essere i tuoi pensieri” e che puoi utilizzare la tua attività pensante per raggiungere i tuoi scopi.
4. Relazioni personali
La meditazione ti porta ad osservare e a considerare te stesso in rapporto anche con le interazioni con gli altri, ma in modo meno dolorosamente coinvolto.
Ti consente di comprendere il tuo modo di comportarti con gli altri e migliorerà la tua capacità di stare in relazione.
La meditazione e le relazioni sociali
Da quanto detto, risulta chiaro che la meditazione, aiutandoti a crescere come persona, ti aiuta anche a vivere meglio i contesti sociali in cui sei inserito.
Potenziando la tua capacità di attenzione e di concentrazione, acquisirai una maggiore profondità di pensiero che ti aiuterà prima di tutto a non fermarti alle apparenze.
Comprendere gli altri non è altro che la conclusione di un percorso individuale che parte dalla comprensione di te stesso.
Praticando la meditazione, svilupperai tratti caratteriali e comportamentali come l’empatia, l’altruismo e la gratitudine, che ti saranno molto utili anche per le tue relazioni sociali.
Ti libererai dalle attitudini negative, come ad esempio l’egoismo o l’incapacità di metterti nei panni dell’altro, sviluppando la capacità di cogliere i sentimenti delle altre persone.
Tutto questo ti porterà a risolvere numerose situazioni in cui non ti senti a tuo agio, a superare conflitti di coppia o di gruppo.
Grazie a un percorso psicoterapeutico scelto appositamente per te e per le tue esigenze, affiancato alla pratica meditativa, potremmo lavorare per migliorare le tue relazioni sociali.
Ad esempio, potrei applicare il mio Metodo Astro per aiutarti a rimuovere ostacoli, condizionamenti e paure limitanti, abbinato a una serie di sessioni di meditazione che attuerai anche da solo, in casa, in modo da incentivare il lavoro svolto insieme durante la seduta di psicoterapia.
In questo modo, sarai in grado di aumentare la tua autostima, di essere più felice e soddisfatto di te, e tutto questo si ripercuoterà positivamente anche sulle tue relazioni sociali.
Se pensi di voler iniziare un percorso meditativo che ti aiuti a migliorare le tue relazioni sociali, lascia un commento a questo post e avrai tutte le indicazioni per sapere come fare.
Se hai bisogno di mettere a fuoco in modo veloce ed efficace i tuoi obiettivi e non sai da dove iniziare, puoi seguire il mio Mini corso “Illumina te stesso”, e in soli 7 giorni ti accompagnerò a muovere i primi passi verso il tuo cambiamento.
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