Lo psicologo statunitense Marshall Rosenberg ha dedicato la propria carriera allo studio di un metodo di comunicazione che chiama “comunicazione empatica”. Secondo Rosenberg, le nostre parole non dovrebbero essere reazioni automatiche, ma risposte consapevoli e compassionevoli, basate sulla comprensione di ciò che percepiamo, sentiamo e desideriamo comunicare.
In questo modo, anche le persone con cui dialoghiamo saranno stimolate ad usare un linguaggio più costruttivo ed efficace. Questa pratica è alla base della comunicazione efficace, che permette di instaurare dialoghi costruttivi e produttivi.
Lo sviluppo dell’empatia si articola in un processo in quattro fasi: osservazione, sentimenti, bisogni e richieste. Prima osserviamo in modo neutrale la situazione, poi esprimiamo i sentimenti che essa suscita in noi, quindi verbalizziamo i bisogni ad essi collegati ed infine formuliamo una richiesta specifica. Applicando questo schema, è possibile instaurare relazioni interpersonali più autentiche e collaborative.
Cos’è la comunicazione empatica
La comunicazione empatica è un modo di comunicare che si basa sull’empatia, ossia la capacità di comprendere e condividere i sentimenti, i pensieri e le emozioni degli altri, senza giudicarli o criticarli. La comunicazione empatica si contrappone alla comunicazione aggressiva, che è basata sul conflitto, sulla difesa e sull’attacco, e alla comunicazione passiva, che è basata sulla sottomissione, sull’evitamento e sul silenzio. Comprendere la differenza tra manipolazione e persuasione è cruciale per applicare efficacemente la comunicazione empatica.
La comunicazione empatica è una forma di comunicazione assertiva, che è basata sul rispetto, sulla collaborazione e sulla negoziazione. La comunicazione assertiva si fonda sul principio che ogni persona ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, i propri sentimenti e i propri bisogni, senza violare quelli degli altri.
A cosa serve la comunicazione empatica
La comunicazione empatica è come un ponte di comprensione che collega le persone, uno strumento prezioso per costruire e preservare relazioni solide e gratificanti. Sia nelle interazioni personali che in quelle professionali, l’empatia consente di scavare più in profondità, di andare oltre le parole e di scoprire ciò che realmente anima gli individui.
Nella sua essenza, la comunicazione empatica è un invito alla comprensione reciproca. È come se aprissimo un dialogo sincero, un canale di scambio che favorisca la fiducia e la collaborazione. È come se ci concedessimo l’opportunità di vedere il mondo da un’altra prospettiva, promuovendo un clima di rispetto e di sostegno reciproco.
Inoltre, la comunicazione empatica ha il potere di disarmare i conflitti. È un balsamo che lenisce le tensioni, permettendo alle persone di gestire lo stress e le emozioni negative in modo più efficace. Questo può essere particolarmente utile quando si cerca di calmare una persona ansiosa, fornendo un ambiente di comprensione e supporto. In questi casi, essere una persona convincente può aiutare a mantenere relazioni autentiche e rispettose.
Ma non è tutto. La comunicazione empatica è anche un potente strumento di crescita personale. È un trampolino di lancio che permette di migliorare l’autostima e l’assertività.
3 elementi fondamentali della comunicazione empatica
La comunicazione empatica si basa su tre elementi fondamentali: l’ascolto attivo, la comunicazione verbale e la comunicazione non verbale.
Ascolto attivo
L’ascolto attivo è un’abilità che consiste nel dedicare la massima attenzione a ciò che l’altro sta comunicando, cercando di comprendere il suo punto di vista, i suoi sentimenti e le sue necessità, senza cadere nella tentazione di interrompere, distrarsi o formulare giudizi prematuri. Coinvolge la dimostrazione di interesse e curiosità, il porre domande aperte e il fornire feedback costruttivi.
Quest’ultimo elemento, che può prendere la forma di riassunti, parafrasi o riflessioni, serve a verificare la corretta comprensione del messaggio e a rafforzare il contatto tra i comunicanti.
In particolare, l’ascolto attivo per la coppia è un elemento fondamentale per la creazione e il mantenimento di un legame forte e autentico, permettendo a entrambi i partner di sentirsi visti, ascoltati e compresi in profondità.
Un elemento cruciale per migliorare la comunicazione di coppia è l’ascolto empatico, che permette di comprendere profondamente il partner.
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Comunicazione verbale
La comunicazione verbale è la capacità di esprimere i propri pensieri, i propri sentimenti e i propri bisogni in modo chiaro, diretto e sincero, usando un linguaggio appropriato, rispettoso e non offensivo. La comunicazione verbale implica anche di usare il “io”, per assumersi la responsabilità delle proprie affermazioni, di evitare le generalizzazioni, le accuse e le etichette, di usare i messaggi “io”, per esprimere le proprie emozioni e le proprie richieste, di usare i messaggi “tu”, per riconoscere e apprezzare l’altro, di usare i messaggi “noi”, per creare un clima di collaborazione e di condivisione.
Comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale è la capacità di trasmettere e ricevere informazioni attraverso il linguaggio del corpo, ossia i gesti, le espressioni facciali, lo sguardo, la postura, la distanza, il contatto fisico, il tono e il volume della voce. La comunicazione non verbale ha una grande importanza nella comunicazione empatica, perché può rafforzare o contraddire il messaggio verbale, può influenzare le emozioni e le reazioni dell’altro, può creare o rompere il rapporto. La comunicazione non verbale empatica è quella che è congruente con il messaggio verbale, che esprime apertura, accettazione e interesse, che crea una sintonia e una vicinanza con l’altro.
Perché si generano i conflitti?
I conflitti interpersonali sono inevitabili nelle relazioni umane, dal momento che ogni individuo possiede una propria unicità fatta di opinioni, emozioni, esigenze ed esperienze. Quando queste differenze si scontrano, possono facilmente sfociare in tensioni, divergenze e contrasti.
Tuttavia, se la gestione dei conflitti avviene nell’ambito di una relazione empatica, essi possono trasformarsi in un’occasione di crescita e cambiamento costruttivo. Molto dipende dall’approccio compassionevole con cui si sceglie di gestirli.
Spesso alla base dei conflitti vi sono incomprensioni dovute a una mancanza di ascolto reciproco, a interpretazioni divergenti della realtà, a diversità di personalità, cultura ed emozioni, nonché a bisogni non soddisfatti o a una cattiva gestione delle responsabilità.
Adottando un approccio compassionevole e assertivo, è possibile trasformare anche le divergenze più profonde in opportunità di avvicinamento e arricchimento per la relazione. L’obiettivo diventa allora non la mera risoluzione del conflitto, ma la costruzione di una nuova intesa basata su comprensione e ascolto.
Esempi (di comunicazione empatica)
Diamo un’occhiata a come la comunicazione empatica può essere applicata in vari contesti e situazioni, per trasformare in maniera sostanziale i nostri scambi quotidiani. L’empatia, infatti, ha la capacità di contribuire a rendere le nostre interazioni più profonde, autentiche e reciprocamente gratificanti. Ecco alcuni esempi pratici che illustrano come la comunicazione empatica può fare la differenza in vari scenari della nostra vita quotidiana.
A scuola
La comunicazione empatica può essere applicata in una varietà di contesti e situazioni, un esempio particolarmente significativo si può trovare nell’ambiente scolastico. Immaginiamo un insegnante che noti un alunno particolarmente distratto e annoiato durante la lezione. Questo docente decide di affrontare la situazione parlando con l’alunno in privato.
Un approccio aggressivo potrebbe portare l’insegnante a esprimersi così: “Non dimostri alcun interesse, sembri sempre svogliato, non segui le lezioni e non studi. Così non arriverai da nessuna parte nella vita!”.
In alternativa, potrebbe scegliere una comunicazione passiva, manifestando frustrazione e rassegnazione: “Onestamente, non so più cosa fare con te. Non mi ascolti, non mi rispetti. Sono arrivato al punto in cui non mi importa più di te!”.
Ma se l’insegnante decidesse di utilizzare una comunicazione empatica? In quel caso, si potrebbe rivolgere all’alunno in questo modo: “Ho notato che durante le lezioni sembri facilmente distratto e annoiato. Sarebbe utile per me capire come ti senti e cosa ti piacerebbe fare. Mi preme capire come posso aiutarti a migliorare il tuo rendimento scolastico. Saresti disposto a parlarmi dei tuoi interessi e delle difficoltà che stai incontrando?”.
In questo modo, l’insegnante utilizza la comunicazione empatica per creare un dialogo aperto e rispettoso, puntando a capire meglio l’alunno e a trovare soluzioni condivise per migliorare il suo rendimento scolastico.
Con i bambini
La comunicazione empatica può rivoluzionare le interazioni quotidiane in una miriade di situazioni. Un esempio notevole può essere riscontrato nel contesto familiare, soprattutto tra genitori e figli. Immaginiamo una madre che si trova ad affrontare il capriccio del figlio in un supermercato. La sua reazione potrebbe seguire diversi percorsi a seconda del tipo di comunicazione utilizzata.
Se la madre scegliesse un approccio aggressivo, potrebbe esprimersi dicendo: “Sei un bambino viziato e maleducato, mi fai sempre vergognare. Ti meriti una bella punizione!”.
Se però decidesse di adottare una comunicazione passiva, potrebbe dire: “Non so cosa vuoi da me, non mi ascolti mai, non mi obbedisci mai. Sembra che non mi ami più!”.
Ma se invece optasse per la comunicazione empatica? In quel caso, potrebbe rivolgersi al figlio così: “Ho notato che al supermercato hai fatto un capriccio perché desideravi quel giocattolo. Questo mi fa sentire frustrata e impotente, perché ho la responsabilità di rispettare il nostro budget e di insegnarti il valore delle cose. Saresti disposto a rinunciare al giocattolo e a scegliere un altro tipo di premio?”.
In quest’ultimo scenario, la madre usa la comunicazione empatica per aprire un dialogo costruttivo con il figlio, esprimendo i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni, e invitandolo a collaborare per trovare una soluzione insieme.
In azienda
La comunicazione empatica si rivela estremamente utile anche in un ambiente professionale, come ad esempio un’azienda. Supponiamo che un capo debba affrontare un dipendente che ha commesso un errore e che sia necessario dare un feedback.
Se il capo decidesse di adottare una comunicazione aggressiva, potrebbe dire: “Sei un incompetente e un irresponsabile. Hai rovinato tutto il lavoro. Ti licenzio subito!”.
Se, invece, optasse per una comunicazione passiva, potrebbe affermare: “Non so cosa dire. Non mi aspettavo questo da te. Non ti fidi mai. Non mi apprezzi mai!”.
Ma se il capo scegliesse di utilizzare una comunicazione empatica? In quel caso, si rivolgerebbe al dipendente in questi termini: “Ho scoperto che hai commesso un errore che ha causato dei problemi al progetto. Mi sento deluso e preoccupato. Ho bisogno di potermi affidare a te e di garantire la qualità del lavoro. Saresti disposto a spiegarmi cosa è successo e a cercare una soluzione insieme a me?”.
Con l’uso della comunicazione empatica, il capo riesce ad esprimere i propri sentimenti e le proprie preoccupazioni in modo costruttivo, invitando il dipendente a collaborare per trovare una soluzione. Questo tipo di comunicazione promuove relazioni in azienda rispettose e collaborative, in un contesto in cui gli errori sono considerati come occasione di apprendimento e miglioramento.
Come comunicare con empatia
Dominare l’arte della comunicazione empatica può non essere semplice e richiede tempo, pratica e dedizione. Tuttavia, i benefici che ne derivano per noi e per gli altri sono significativi. Per padroneggiare questo tipo di comunicazione, possiamo seguire alcune linee guida fondamentali.
In primo luogo, è importante dedicarsi completamente all’ascolto di ciò che l’altro ha da dire. Questo significa evitare di interrompere o distrarsi, mostrando invece un autentico interesse e una curiosità aperta.
In secondo luogo, dovremmo cercare di comprendere il punto di vista dell’altro, i suoi sentimenti e i suoi bisogni. Ciò dovrebbe essere fatto senza giudizi o critiche, utilizzando il feedback come strumento per verificare se abbiamo compreso correttamente.
In terzo luogo, è fondamentale esprimere i propri sentimenti e i propri bisogni in un modo che sia chiaro, diretto e sincero. Ciò implica l’uso di un linguaggio appropriato, rispettoso e non offensivo.
Infine, lo scopo dovrebbe essere quello di trovare un punto di incontro, una soluzione condivisa o una richiesta concreta. L’uso del “noi” può aiutare a creare un ambiente di collaborazione e di condivisione, favorendo un genuino spirito di cooperazione.
Adottando questi principi nella nostra comunicazione quotidiana, possiamo avvicinarci sempre di più alla padronanza della comunicazione empatica.
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