Perché ci emozioniamo
Il tuo intelletto può confonderti, ma le tue emozioni non ti mentiranno mai.
(Roger Ebert)
Ti sei mai chiesto perché ti emozioni? Cos’è che ti fa provare gioia, tristezza, rabbia, sorpresa, tenerezza, paura, invidia, soddisfazione, gratitudine e tante altre emozioni?
Cosa sono le mozioni
La costellazione di emozioni che pervadono la nostra vita è molto estesa e diverse teorie hanno cercato di descriverle. Quella più classica, ad esempio, ci dice che le emozioni principali sono sei e sono chiamate primarie: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto e sorpresa.
Queste poi si mescolano, dando origine ad emozioni più complesse e dette secondarie, come ad esempio l’invidia, il senso di colpa e la vergogna.
In ambito psicologico, si sostiene che le emozioni siano universali e che ci aiutino a prendere delle decisioni e a comunicare, mentre la biologia sostiene che, nel corso dell’evoluzione, ci abbiano aiutato ad affrontare le sfide dell’ambiente. La paura, per esempio, fin dalla notte dei tempi ci ha permesso di sfuggire a situazioni pericolose; il desiderio, ci ha spinto nelle braccia di qualcuno con il fine di poterci riprodurre e quindi di permettere alla nostra specie di non estinguersi.
Al di là delle teorie, le emozioni rimangono un meraviglioso dono della natura, carico di bellezza e di mistero.
Cosa succede quando ci emozioniamo
Quando sei emozionato, percepisci dei segnali corporei e hai delle reazioni fisiologiche: arrossisci se sei imbarazzato, stringi i pugni se sei arrabbiato, l’adrenalina aumenta se ti senti euforico e felice…
Ognuna di queste reazioni ti fornisce delle informazioni molto importanti sulla situazione che stai vivendo. Per esempio, quante volte hai avuto una sensazione cosiddetta “di pancia”? E quante volte ti sei espresso in questo modo per descrivere una situazione che non ti piace, che non ti torna… che ti mette nelle condizioni di essere sospettoso e guardingo?
Anche emozioni più disturbanti come la paura, la tristezza o la rabbia ti comunicano qualcosa attraverso dei segnali che sono importanti e che, se impari a codificare e a gestire, possono aiutarti a decidere il modo migliore di comportarti.
Le emozioni però comunicano qualcosa non solo a te, ma anche agli altri. Le espressioni del tuo volto, il tono della voce, la postura, il linguaggio non verbale, fanno parte della componente espressiva delle emozioni, che è quella che parla di te e per te… smaschera ciò che provi, anche nei casi in cui vorresti solo nasconderlo.
Insomma, potresti anche contenere una piccola preoccupazione, ma sarebbe quasi impossibile farlo con una grande ansia o una profonda tristezza.
Tutto questo permette a coloro che ti stanno attorno di cogliere degli aspetti che forse nemmeno tu sei riuscito ancora a decodificare bene, e nel caso in cui non sia in grado di chiederlo tu, qualcuno potrebbe anche venirti in aiuto.
Perché è importante vivere le emozioni
Molte persone si rivolgono a me per sopprimere emozioni come la paura, la tristezza o la disperazione. Stando a quanto detto pocanzi, però, eliminare le emozioni con il desiderio di “non sentire” quello che viene considerato “il dolore che fa ammalare”, è soltanto controproducente.
Se le emozioni sono da sempre dei nostri alleati per avvisarci di un pericolo o per comunicarci e comunicare qualcosa, perché dovremmo privarci di questo importantissimo e bellissimo strumento che ci è stato dato in dono?
Più che eliminare le emozioni, quindi, si dovrebbe lavorare sulla loro gestione. Immagina di essere sulla tua automobile e a un tratto si illumina la spia che ti segnala un guasto al motore. Non sei sicuramente contento di quanto sta accadendo, ma se la spia non si fosse illuminata, non avresti avuto l’opportunità di fermarti per cercare un meccanico che ti risolva il problema.
Dovresti vedere le emozioni allo stesso modo, ovvero come delle spie luminose che ti segnalano se qualcosa sta andando storto o se è il caso e il momento di vivere una situazione che ti dà delle sensazioni positive.
Quando le emozioni diventano invalidanti
La reazione alle emozioni e la loro gestione sono diverse in ognuno di noi e sono influenzate da vulnerabilità biologiche e dalle prime interazioni con esse fin da bambini.
Se, per esempio, da piccolo sei stato esposto ad ambienti difficili e invalidanti, potresti reagire con strategie di regolazione emotiva disfunzionali.
Se il tuo capo ti rimprovera, ad esempio, potresti reagire con ansia, tristezza o vergogna, esplodendo in un pianto disperato o con l’attivazione di processi di ruminazione/rimuginio invalidanti.
Ho citato la regolazione emotiva, che è stata anche oggetto di numerosi studi scientifici. Lo studio della Stanford University della California del 2002, per esempio, ci dice che la rivalutazione delle emozioni, piuttosto che la loro soppressione, riduce l’espressione emotiva e quella comportamentale. In parole povere, lavorando sulla gestione e sulla regolazione delle emozioni, ne riduci la capacità distruttiva (parlo ovviamente delle emozioni negative) e riesci a comportarti in modo più adeguato alle situazioni.
Insomma, se riesci a regolare le tue emozioni, a un rimprovero del tuo capo probabilmente proverai lo stesso rabbia, ma la riuscirai a contenere e soprattutto a trasformare, magari usando tutte le tue risorse per attivarti affinché il tuo capo cambi opinione sul tuo modo di lavorare. In ogni caso, sarai in grado di rispondere senza disperarti o provare vergogna.
“Ok Gerry ma come faccio a imparare a regolare le mie emozioni?”, ti starai chiedendo…
Come fare per regolare le emozioni
Per imparare a regolare e gestire le emozioni puoi affidarti a un professionista. Io, per esempio, applico la Terapia Breve Strategica, che ti permette di sperimentare il cambiamento in modo molto efficace e soprattutto in breve tempo.
Un altro modo accessibile a chiunque per imparare a regolare e a gestire le emozioni è la meditazione.
Grazie alla meditazione puoi fare conoscenza delle tue emozioni più profonde, quelle che dominano dentro te. Puoi guardarle, accettarle e poi semplicemente lasciarle andare, senza intervenire.
Quando ritroverai quelle stesse emozioni, durante la giornata, riuscirai a gestirle, utilizzando la tua parte razionale.
Io stesso suggerisco la meditazione all’interno delle mie terapie. Sul mio canale YouTube ne trovi qualcuna e sul mio gruppo privato Facebook Path Seekers, puoi trovare tante persone che la praticano, anche insieme a me, quindi ti invito ad iscriverti in entrambi, così da non perdere l’opportunità di permettermi di aiutarti.
A proposito del mio canale su YouTube, ti invito anche a guardare i numerosi video che ho proposto in merito alla gestione di diverse emozioni, come ad esempio la paura o l’ansia.
E ricorda che le emozioni, anche quelle negative, sono sempre un’opportunità di crescita e di evoluzione, quindi non sopprimerle mai, ma vivile e trasformale in modo che non ti facciano mai del male.
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