“Faccio tutto io!”
Il carico mentale nelle donne
Questo articolo si sarebbe potuto chiamare anche “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, per riprendere il titolo del celebre film di Pedro Almodòvar.
Anche se la trama è diversa, il titolo rende molto.
Ho deciso di scriverlo in seguito a una telefonata fattami da una donna qualche giorno fa e che mi ha dato modo di riflettere su quanto le donne siano meravigliosamente complesse e indispensabili nella loro complessità.
Vale (nome di fantasia) mi ha chiamato in lacrime dal bagno di casa sua per non farsi sentire dai suoi figli.
“Mi sono fatta carico di troppe cose nella mia vita – mi ha detto -, mi sento un peso addosso che non so spiegare e non ce la faccio più!”
Vale è una donna in smart working a causa del coronavirus. Passa le sue giornate a lavorare davanti al pc, a gestire la casa, a cucinare, a badare ai suoi figli e a seguirli nella didattica a distanza.
“Mio marito lavora” mi ha detto Vale, come se lei stessa non si rendesse conto dell’illegittimità di quella affermazione.
Lasciando da parte l’analisi del perché, in una famiglia, c’è chi fa tanto e chi fa poco o nulla, concentriamoci sulla sensazione di “carico” provata da Vale e sicuramente da molte di voi.
Il termine “carico mentale” è associato alle donne ed è nato perché preso in prestito dall’esperienza dei grandi manager che andavano in burnout, ossia in tilt da super lavoro.
Una donna in forte carico mentale programma tutta la sua vita personale, familiare e professionale perché ne ha attitudine, per sua necessità o, a volte, perché ha tendenza al martirio.
Occuparsi di tutto e sentirsene addosso la responsabilità costante è una situazione che a lungo andare causa sofferenza e un fortissimo stress psico-fisico, come per Vale, che quel giorno è esplosa e non ha retto più.
Il contesto domestico è quello dove si concentra la più alta probabilità di subire un carico mentale, e siccome è gestito principalmente dalle donne, ecco spiegato il motivo per cui ne sono più soggette.
Tra l’altro, la presenza di bambini piccoli pare essere una delle componenti principali associata ad esso, in quanto la donna ha un sovraccarico di pensieri e responsabilità. Non è un caso che una ricerca condotta dall’Università di Bratislava sia giunta alla conclusione che un’altra delle categorie a rischio di forte carico mentale è quella delle maestre d’asilo, anche queste sottoposte a forte stress da responsabilità.
Inoltre, in tutto questo entrano in gioco anche le recriminazioni sottili da parte della figura maschile.
Tutto ciò ha spinto le femministe a schierarsi dalla parte della donna che, solo per essere tale, spesso si sente addosso il peso e il dovere di rappresentare solo la madre e la moglie.
Però… c’è un però.
Quando una condizione si crea, viene accettata e quasi assecondata, è giusto dire che “la colpa” venga solo e sempre dall’esterno?
Quando una donna crolla e butta fuori tutto il suo malessere, spesso si sente rispondere: “Bastava chiedere!”
Quella frase la getta ancora di più nella disperazione perché si sente incompresa e perché si è creata delle aspettative nei confronti di coloro che avrebbero dovuto sostenerla senza chiedere, semplicemente osservandola.
Purtroppo, però, il livello di comunicazione e il grado di empatia sono diversi da persona a persona.
Questo significa che se tu sai che la persona che hai a fianco non è sullo stesso tuo livello comunicativo, o ti adatti al suo oppure soccombi, accettando.
Cosa vuol dire, questo? Che devi imparare a chiedere, e non per mettere alla prova gli altri ma per te stessa, per il tuo benessere e perché è un tuo diritto.
Impara a dire di no
Ci sono diversi modi per imparare a dire di no ma qui te ne voglio suggerire uno che potrebbe servire anche ad alleggerire la situazione pesante che si sta creando in molti contesti domestici in questo periodo di convivenza forzata e costante.
Ecco cosa dovrai fare per iniziare a scrollarti di dosso qualche responsabilità di troppo:
– Ogni volta che ti senti stanca e sopraffatta, che non riesci a sopportare il peso delle incombenze, rivolgiti alla persona che pensi debba assumersele insieme a te, ma non aggredendolo e accusandolo, semplicemente rendendo “normale” il suo aiuto.
“Mentre preparo il pranzo, aiuta X a fare i compiti”
Secca. Decisa. Senza possibilità di replica.
“Gioca un po’ con X mentre lavoro al PC, state così bene quando siete insieme!”
Valorizza. Esalta. Il rinforzo positivo fa bene a tutti. Attenzione però alle situazioni particolari in cui esiste una reale negligenza e distanza affettiva, in questo caso si possono generare conflitti ancora maggiori perché la persona si potrebbe sentire presa in giro e potrebbe avere reazioni più o meno forti.
“Sto per fare un bagno caldo, bada tu ai bambini”
Prenditi i tuoi spazi. Abbi cura di te.
“Oggi mangeremo dei toast, così eviterò di lavare i piatti”
Alleggerisciti. Rinuncia a qualche dovere e rilassati.
Ricordati che qualsiasi cambiamento parte sempre prima di tutto da te.
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Sei meravigliosamente complessa, ma puoi sfruttare questa tua complessità per fare del bene al te stessa.
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